Piero Fornasetti. Metodo e follia.
Pittore, stampatore, progettista, artigiano, collezionista, decoratore e gallerista, Piero Fornasetti è stato un personaggio ricco e complesso. Ha disegnato e realizzato circa 13.000 tra oggetti e decorazioni: un corpus sempre in perfetto equilibrio tra il rigore progettuale e la più sfrenata fantasia, tra la cura artigianale e l’invenzione surrealista.
Non voglio essere chiamato designer, io sono un rinascimentale europeo, senza tempo, senza stile, senza epoche. Piero Fornasetti
Nato nel 1913 in una famiglia della Milano bene, sin da bambino è attratto dal disegno. Contro il volere del padre si iscrive all’Accademia di Brera ma viene cacciato per insubordinazione. Si iscrive alla Scuola Superiore d'Arti Applicate all'Industria del Castello Sforzesco.
L’indole curiosa lo spinge a studiare teatro e pittura rinascimentale. Sviluppa così un forte interesse verso le tecniche di incisione e stampa.
Negli anni ‘30 fonda una sua stamperia che diventa punto di riferimento per i maggiori artisti dell’epoca come De Chirico e Fontana. Nel frattempo Fornasetti continua a studiare e a sperimentare, arrivando ad affinare una tecnica di stampa con cui riesce ad imprimere motivi grafici su foulard di seta. Propone i suoi lavori alla Triennale ma verrà ignorato.
Gio Ponti, al contrario, apprezza molto il lavoro della stamperia e nel 1939 affida a Piero Fornasetti la prima copertina di Domus di cui era direttore. Questo incarico segnerà l’inizio di una lunga e proficua collaborazione tra i due.
Durante la guerra Piero si rifugia in Svizzera dove continua a sperimentare e a dedicarsi al disegno focalizzandosi soprattutto sul corpo umano. In questi anni progetta le scenografie del Caligola di Albert Camus diretto da Giorgio Strehler.
Tornato a Milano riprende la collaborazione con Gio Ponti insieme al quale progetta diversi allestimenti, gli interni del Casinò di Sanremo e delle cabine dell’Andrea Doria.
Fornasetti e Ponti condividono una visione avanguardista della produzione industriale, convinti che gli oggetti d’uso comune possano essere impreziositi da una componente decorativa, diventando così degli oggetti d’arte alla portata di tutti.
Tuttavia i disegni e i motivi decorativi di Fornasetti non sono ancora ritenuti adatti a una produzione su larga scala. Piero decide quindi di far da sé e negli anni ‘50 apre il suo atelier dove sviluppa quei temi che diverranno ricorrenti nella sua produzione come volti, parti del corpo, carte da gioco, civette, farfalle, capitelli e colonne.
Inizia così un periodo di grande creatività e di fama internazionale.
In questi anni, insieme a Ponti, realizza il trumeau “Architettura”, che verrà esposto alla IX Triennale del 1951 diventando un successo mondiale.
Nel 1952, sfogliando una rivista di fine ‘800 fa un incontro che sarà fondamentale per la sua carriera. Scopre il volto di Lina Cavalieri, la cantante lirica vissuta tra 800 e 900, definita da D’Annunzio la “massima testimonianza di Venere in terra”.
Per Fornasetti Lina Cavalieri è un archetipo, la quintessenza di una bellezza classica. Rimane colpito a tal punto da decidere di dar vita alla serie di piatti “Tema e Variazioni” in cui quel volto enigmatico è riprodotto in ben 500 varianti.
Al volto iconico di Lina Cavalieri nell’opera di Fornasetti ho dedicato un Reel qualche tempo fa, lo trovi qui.
Piero Fornasetti è un instancabile sperimentatore. Nel 1958 presenta la sua prima installazione artistica, è la Stanza Metafisica, un’opera composta da 32 pannelli decorativi alti 3 metri, che possono essere disposti in vari modi per formare un ambiente adatto alla meditazione.
Negli anni ‘70 l’opera di Fornasetti cade nell’oblio. In Architettura, nelle arti applicate e nel design si afferma un razionalismo ideologico che vede la forma subordinata alla funzione e dove ogni forma di decoro è considerata superflua e stucchevole. I rapporti con Gio Ponti si interrompono, Fornasetti si trincera dietro le sue convinzioni e torna a dedicarsi alla pittura.
In questi anni si dedica anche alla curatela di mostre. Nel 1970 inaugura, insieme a un gruppo di amici, la Galleria dei Bibliofili, uno spazio che rappresenta un mezzo per dare continuità alla sua opera, ma dove esporre anche opere di altri artisti contemporanei.
Gli anni ‘80 sono gli anni della riscoperta dell’opera di Fornasetti, soprattutto all’estero, grazie all’apertura, nel 1984 a Londra, della galleria “Themes & Variations”.
Nel 1987 Piero collabora con Patrick Mauriés alla realizzazione della prima monografia sul suo lavoro con un’introduzione scritta da Ettore Sottsass. Ma non fa in tempo a vederla pubblicata, muore nel 1988.
A tenere le redini dell’atelier oggi è il figlio di Piero, Barnaba, che dal padre ha ereditato l’indole ribelle e lo spirito irriverente e anticonformista. È grazie a lui se ancora oggi il marchio Fornasetti è immediatamente riconoscibile. Pur avendo mantenuto la dimensione di piccola azienda di stampo artigianale, Fornasetti continua ad affascinare in tutto il mondo grazie a quell’immaginario fatto di ironia e poesia scaturito dalla mente del suo creatore.