5 domande a Igor Nodari

Ho scoperto i lavori di  Igor per caso, qualche anno fa, su Instagram e sono rimasta colpita dallelinee essenziali, dalle geometrie dei suoi arredi e dal particolare uso dei colori.
Così ho deciso di saperne di più del suo lavoro e del suo percorso e ho scoperto che è un italiano emigrato in Danimarca, paese dove ha scoperto la sua vocazione di artigiano e designer.

G. La tua è una storia molto particolare. Nella tua biografia leggo che sei un ex cuoco italiano trapiantato in Danimarca. Lì hai scoperto la tua vocazione per il design. Da dove nasce questa tua passione?


I. Ho iniziato a lavorare come cuoco quasi per caso. A 19 anni non avevo ancora idea di cosa avrei fatto nella vita. Un giorno, su una rivista di annunci di lavoro, trovai l’annuncio di un ristorante di Hadsund, un piccolo paesino a nord della Danimarca, che cercava un cuoco. La settimana dopo mi ero già trasferito.
Nel giro di pochi anni mi sono integrato, ho imparato la lingua e ho cominciato a considerare la Danimarca come il Paese in cui vivere e in cui trovare la mia strada.
Ho imparato a conoscere la cultura danese e sono rimasto affascinato in particolare dalla grande sensibilità per il design e per l’artigianato. Due aspetti, questi, che hanno fatto riemergere la mia vena creativa, insieme al desiderio di costruire qualcosa di mio.
Ho deciso di imparare a lavorare il legno in modo professionale e mi sono diplomato come falegname. Volevo creare qualcosa di unico, che mettesse insieme la cultura danese e quella italiana.
Avevo una parete dove raccoglievo, a mo’ di collage, immagini, foto e articoli da cui trarre ispirazione. L’essenzialità e la geometria dei paesaggi danesi erano la mia fonte principale, ma non c’è dubbio che anche la scuola del Bauhaus esercita una notevole influenza sui miei lavori.
Dovevo realizzare i mobili per il mio appartamento, ed ecco che nel 2018 nasce la mia prima collezione Immagina.

Sgabelli della collezione "Immagina"

G. Perché hai deciso di autoprodurre i tuoi mobili?
I. Semplicemente perché considero i miei mobili una parte di me, nessun altro può farli allo stesso modo, con la mia stessa passione. I miei mobili sono frutto delle mie visioni e non possono che venir fuori dalle mie mani. Preferisco rimanere nella mia nicchia, non cerco di adattarmi al mercato. Cerco di dare forma a una mia visione in cui i materiali vengono portati al limite.

Panca della collezione "Immagina"

G. Ti ispiri a un designer o a un periodo in particolare?
I. Considero la scuola del Bauhaus una grande fonte di ispirazione per il mio lavoro. Il design per me non deve solo essere funzionale, ma deve avere principalmente una funzione estetica, colpire l’immaginazione e non essere dimenticato (proprio com’è stato per me con i panorami del Nord della Danimarca).

G – Descrivici il tuo processo di lavoro, dall’ideazione alla realizzazione.
I – Mi lascio ispirare da ciò che mi circonda, dall’ambiente o dal mio stato d’animo del momento.
La collezione Inbilico, ad esempio, nasce dal mio sentire di non appartenere del tutto né alla cultura italiana, né a quella danese. Come fossi in bilico, appunto, tra queste due realtà che comunque sono complementari nella mia vita e nel mio lavoro.

Tavolo della collezione "Inbilico"

Se ho la giusta dose d’ispirazione, in 2 mesi posso aver preparato i prototipi e realizzato il prodotto finale. Ma di solito per tutto il processo impiego dai 3 ai 4 mesi.
Il prototipo, in genere, lo realizzo in mdf, poi scelgo il materiale più adatto, quello che può esprimere al meglio la funzione estetica.
Produrre un pezzo però non è lo stesso che produrne 10 o 20, perciò una parte del processo spesso consiste nel trovare il modo di rendere riproducibile un oggetto.

Sgabello della collezione "Inbilico"

G – Progetti per il futuro?
I – Ho disegnato una nuova collezione che sarà pronta entro il 2019 e sto sperimentando molto con il metallo che, rispetto al legno, è più malleabile e mi permette di spaziare ancora di più con la mia creatività.
Inoltre ho in programma delle collaborazioni con alcune importanti gallerie d’arte di Copenaghen nelle quali esporrò i tavoli della collezione Inbilico.
Un altro progetto interessante a cui prenderò parte è quello ideato da due artiste danesi, Mette Helena e Anne Aarsland, che consisterà nel trasformare alcune case private in gallerie d’arte temporanee. Sono molto orgoglioso di essere l’unico designer di mobili ad essere stato selezionato.


Foto © Igor Nodari

Giada Daniele

Giada Daniele